P.E.F.S. ovvero panniculopatia edemato fibro sclerotica, anche detta cellulite
Sapevate che troppo spesso si scrive cellulite ma il termine giusto è panniculopatia edemato fibro sclerotica (PEFS)? Questo disturbo provoca l’aumento di volume delle cellule adipose unitamente a ritenzione idrica e stasi di liquido. Sono i vari stadi di evoluzione di una patologia del tessuto connettivo, la zona dove si muove l’acqua in eccesso e troviamo il nostro grasso.
Il termine cellulite, ormai di uso comune, fa riferimento all’inestetismo ma senza avere alcun riferimento scientifico. Gli stadi sono tre, riferiti ad un danno tissutale in ordine crescente. In base allo stadio di riferimento si può intervenire localmente per ridurlo e curarlo.
Cellulite: cos’è?
Comunemente si pensa che la cellulite sia un inestetismo causato da un eccesso di adiposità localizzate. Dal punto di vista medico, la cellulite è una patologia che deriva da un’alterazione del derma e ipoderma. Il termine “cellulite” venne introdotto nel 1922 e definiva le modificazioni del pannicolo adiposo sottocutaneo. Per molti anni tale termine definiva la “cellulite” come una infiammazione degli adipociti sottocutanei. Dal 1982 si chiarirono gli aspetti istopatologici della “cellulite” stabilendo che era doveroso distinguere due situazioni diverse.
Facciamo chiarezza: l’aspetto scientifico
L’adiposità localizzata (AL) = semplice aumento degli adipociti
La panniculopatia edemato-fibro sclerotica (PEFS) = la “cellulite”
Le cellule adipose (adipociti) presenti nel tessuto sottocutaneo, fungono da riserva energetica per l’organismo. Quando si presentano stasi del circolo venoso, gli adipociti si accumulano fino a comprimere i capillari sanguigni, e il plasma prodotto infiltrandosi fra le cellule, con il tempo provoca delle infiammazioni al tessuto adiposo: i capillari vengono compressi e il drenaggio dei liquidi in eccesso diventa più difficoltoso. Questo meccanismo scatena la cellulite.
La cellulite dunque è a tutti gli effetti una patologia e non un “inestetismo della cute”, è un vero e proprio “disordine microvasculo-tissutale”.
È una patologia multifattoriale e pertanto va trattata a 360 gradi.
A tali modificazioni microscopiche corrispondono alterazioni dell’aspetto esterno quali:
- Modificazioni del profilo cutaneo
- Pelle a “buccia d’arancia”
- Cute secca, spesso esfoliata
Segni e sintomi
Questi sono alcuni dei segni e sintomi che sono abbinati alla patologia.
- Presenza di micro o macronoduli, percepibili alla palpazione
- Cute ipotermica (fredda)
- Possibile presenza di smagliature e/o teleangiectasie (capillari) con predisposizione ai piccoli ematomi (“lividi”)
- Cute ipotonica ed ipotrofica che segue la postura
- Dolore alla palpazione
- Pesantezza e/o stanchezza degli arti
Le Cause della “cellulite”
Il “sesso femminile” è il più predisposto al formarsi della cellulite a causa degli squilibri ormonali a cui è soggetto durante la pubertà, la gravidanza e la meno-pausa. Le cause dipendono comunque da fattori genetici, ormonali, e soprattutto dalla qualità della vita (vita sedentaria, alimentazione non adeguata).
Una dieta scorretta, con l’introduzione eccessiva di calorie, di cibi ricchi di grassi e di sale favorisce accumulo di adipe localizzato, ritenzione di liquidi, “intossicazione” generale dell’organismo e formazione degli odiati cuscinetti. Anche una postura sbagliata contribuisce ad aggravare il quadro clinico: stare molte ore seduti rallenta la circolazione. Da evitare un abbigliamento di tipo aderente: abiti e biancheria attillati comprimono i vasi, mentre scarpe troppo strette o con tacco alto, oltre i 5 cm. ostacolano il ritorno venoso e linfatico. Stress e fumo sono altri fattori che favoriscono l’insorgere della cellulite.
Stadi della patologia “cellulite”
Prima si interviene contro la cellulite, migliori saranno i risultati dato che una cellulite al primo stadio, quando sono solo i liquidi stagnanti i protagonisti del quadro, è sicuramente più trattabile di una cellulite con presenza di noduli fibrosi.
Importante è quindi riconoscere le caratteristiche fondamentali dei singoli stadi:
1° STADIO (edematosa)
È caratterizzata dalla presenza di gonfiore (edema) dovuto al ristagno di liquidi nel tessuto e di accumulo di grasso e acqua nelle cellule. La cute è ancora tesa ed elastica ma si comincia ad avvertire un senso di pesantezza agli arti; se la cute viene compressa non rimangono “impronte”. È difficile riconoscerla ad occhio nudo.
2° STADIO ( fibrosa )
Nel secondo stadio di cellulite, vi è un peggioramento del microcircolo rispetto alla cellulite edematosa. L’epidermide assume un colorito spento, si arrossa se compressa e assume il cosiddetto aspetto “a buccia d’arancia” se viene stretta fra le dita. Spesso sono presenti capillari dilatati (teleangectasie), anche in forma ramificata. Sono tutti sintomi di cattiva ossigenazione, fragilità vasale e difficoltà a smaltire i grassi.
3° STADIO ( sclerotica )
Nel terzo stadio vi è un notevole aumento dei micronoduli. La fibrosi iniziale si è trasformata in vera e propria sclerosi dei tessuti che hanno ingabbiato in grossi ammassi duri i micronoduli precedenti. Il numero dei capillari dilatati, quasi sempre presenti, aumenta. La superficie cutanea non è più omogenea e levigata ma presenta il tipico aspetto “a materasso”, è fredda al tatto a causa dell’insufficienza circolatoria, è dolente se viene toccata anche con modesta pressione e, se viene compressa, lascia una depressione che scompare solo dopo alcuni secondi.
Terapia per combattere la cellulite
Esistono molte metodiche che però singolarmente non hanno un’efficacia duratura e sicura
Combattere la cellulite non è cosi semplice, quindi occorre attuare una strategia completa, in cui una dieta equilibrata e un’attività fisica adeguata venga affiancata a trattamenti localizzati, sia di tipo estetico che di tipo medico.
L’intervento sui tessuti dipende dal grado di danno dei tessuti stessi e consiste in un miglioramento dell’aumento di temperatura locale che ottiene lo scopo terapeutico di migliorare il microcircolo, ridurre il pannicolo fibroadiposo, determinando un rimodellamento delle fibre connettivali. I tessuti si mostrano più tonici e si osserva un miglioramento della microcircolazione che induce alla lipolisi (demolizione) dei grassi, per cui si ha una riduzione della cellulite, migliorando l’aspetto “a materasso”.
Tecnica mesoterapica e altre
L’esperienza sviluppata con la tecnica mesoterapica ha riscontrato ottimi effetti, soprattutto per la cellulite allo stadio III, dove ben poche tecnologie sono riuscite. L’inoculazione di sostanze scelte in base al sintomo e al paziente che lo manifesta, è tale da permetterne la penetrazione ad una profondità di 2-3 cm., dove provocano un movimento in seno ai liquidi ristagnanti e rompono le cellule di grasso, permettendo il riassorbimento di queste sostanze nel torrente circolatorio. Il suo impiego rafforza i benefici del massaggio linfodrenante, in quanto dieta corretta e rimedi giusti, aiutano anche a tonificare e a rassodare i tessuti.
Il linfodrenaggio è infatti un ottimo aiuto, in quanto serve a riattivare la circolazione linfatica, responsabile dello smaltimento delle tossine dell’organismo. Deve essere effettuato da mani esperte che con sapiente tecnica non vadano a intervenire troppo energicamente e siano capaci di svuotare in maniera corretta le stazioni linfonodali.
Per lo stesso scopo possono essere usate apparecchiature quali la pressoterapia e gli ultrasuoni, preferendo quelle adottate in uno studio di medicina estetica. Scopo della metodica quindi, è di normalizzare il circolo venoso, evitare le stasi linfatiche ed aumentare la micro-circolazione periferica.
La terapia d’elezione che utilizzo è quella appunto che riesce a raggiungere il connettivo o mesoderma, ecco perché si chiama: mesoterapia.
In questa zona s’iniettiamo piccole quantità di sostanze, che vengono scelte in base alle caratteristiche che l’inestetismo ha lasciato nei tessuti. Nel mio studio utilizzo rimedi di origine non chimica, tramite aghi molto sottili. I rimedi terapeutici permettono di ottenere ottimi risultati nella cura del disturbo.