Cibo spazzatura e social
Come iniziare a conoscere le falle su cui inserirci, per colmare le informazioni non corrette e prevenire l’obesità infantile
Da un recente studio è emerso che, tra i giovani, gli “influencer” sui social media promuovono cibo spazzatura, incoraggiando i bambini a mangiarli. Gli youtuber influenzano i ragazzi più della pubblicità ingannevole che appare in TV.
Da tempo sappiamo che la pubblicità per bambini è legata a un aumento del rischio di scelte alimentari non salutari e alla pressione nei confronti dei genitori verso l’acquisto di alimenti lavorati, pieni di zucchero e calorie. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità il numero dei bambini e adolescenti obesi nel corso degli ultimi 40 anni è cresciuto di dieci volte, passando da 11 a 120 milioni. L’Italia, in particolare, è al primo posto in Europa per obesità infantile e ai primi posti nella classifica mondiale. Test scientifici sul comportamento hanno rilevato che i bambini possono essere facilmente influenzati a provare cibo spazzatura, soprattutto se questo viene promosso da celebrità e personaggi dei cartoni animati.
La ricerca sulla correlazione obesità infantile e social
Un gruppo di ricercatori britannici dell’Università di Liverpool, coordinati da Anna Coates ha proprio cercato di affrontare questo tema, reclutando 176 bambini, di età compresa tra i 9 e gli 11 anni e mostrando loro i profili Instagram di due video bloggers, che operano su YouTube, fra i più famosi nella loro fascia d’età. Dopo la visualizzazione dei profili, i ricercatori hanno servito quattro tipologie di snack: caramelle gelatinose, cioccolatini, carote e uva. Hanno poi invitato i bambini a mangiarne senza limite per 10 minuti. Nessuno di questi snack corrispondeva a quelli visti su Instagram.
In media, i soggetti che avevano visto promuovere cibo spazzatura, hanno consumato 448 calorie, quelli che avevano assistito a pubblicità di cibi sani ne hanno consumate 389 e quelli che non avevano visto alcuna pubblicità di cibi, 357 calorie. Sebbene tutti i partecipanti abbiamo mangiato molte più caramelle rispetto a carote o uva, quelli che avevano visto promozioni di cibo spazzatura hanno consumato più caramelle degli altri: una media di 385 calorie rispetto alle 320 di quelli che avevano visto pubblicità di cibi sani e alle 292 di quelli che non avevano assistito a pubblicità di alimenti.
“A differenza degli adulti – ha dichiarato l’autrice principale dello studio, Anna Coates – i bambini sono più impulsivi e meno motivati a resistere alle pubblicità di cibi perché non sono guidati da obiettivi di salute a lungo termine”.
Cosa fare nel rapporto con il cibo tra adulto e bambino
Questo studio certifica ancora meglio quali sono le emergenze attuali in tema di alimentazione e sottolinea l’importanza di trasmettere ai proprio bambini che nutrirsi in maniera salutare è possibile, senza sacrifici o privazioni, anzi divertendosi e non perdendo il gusto di mangiare.
E’ dovere dell’adulto indirizzare i più piccoli ad un approccio critico dei social media. Saperli guidare verso la scelta corretta di quello che si può visionare sulla rete, resta uno dei modi migliori per prendersi cura della loro crescita e per fare in modo che la vera conoscenza non venga distrutta da video o post manipolatori dei propri idoli.
Il marketing dei cibi poco salutari, tramite i social, aumentano l’apporto calorico di ciò che mangiano i bambini, deviando con il trash food il loro cammino nutrizionale. Insegnare una corretta educazione alimentare significa sviluppare negli adolescenti la consapevolezza del raggiungimento del proprio benessere psico-fisico. La salute si può preservare favorendo il più possibile una gestione autonoma del proprio peso, senza imporre modelli esterni, rispettando allo stesso tempo il carattere del bambino stesso e le abitudini familiari.
(Fonte ricerca: Appetite and Obesity research group dell’Università di Liverpool)